Il dente del giudizio: la visita dal chirurgo

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La visita chirurgica per l’estrazione di un terzo molare incluso o comunque in disodontiasi prevede alcune fasi, che un chirurgo esperto percorrerà in modo serio ed accurato, al fine di arrivare ad una corretta pianificazione dell’intervento.

Una volta accertata la necessità della estrazione (vedi anche “Il dente del giudizio: quando bisogna estrarlo”) è importante essere molto scrupolosi nel valutare il paziente sotto tutti gli aspetti che potrebbero rivelarsi importanti ai fini dell’intervento. 

Pertanto sarà necessaria un’accurata anamnesi medica (anamnesi= dal greco ἀνά-μνησις, “ricordo”) che consiste nella raccolta dalla voce diretta del paziente o dei suoi familiari – nel caso ad esempio di un adolescente – di tutte quelle informazioni che possono orientare il medico nella diagnosi. L’anamnesi medica in particolare indaga le condizioni di salute generale del paziente, la presenza di eventuali patologie o terapie farmacologiche pregresse o in corso, di allergie o idiosincasie a farmaci, di particolari stati ansiosi o fobici che richiedano specifica attenzione, come ad esempio programmare l’intervento con la presenza in studio di un anestesista. In alcuni casi potrà essere consigliabile richiedere delle analisi di laboratorio, per completare il quadro anamnestico.

Un altro elemento importante è l’anamnesi odontoiatrica, che verrà ricostruita interrogando il paziente sui sintomi che lo hanno portato da noi, da quanto tempo sono insorti, da che cosa soprattutto sono evocati, spaziando nel discorso fino a poter apprezzare l’esperienza odontoiatrica del paziente e il suo vissuto, l’atteggiamento più o meno fiducioso e collaborativo nei confronti del medico, eventuali precedenti esperienze di estrazioni indaginose, emorragie post-estrattive e quant’altro possa essere rilevante per pianificare correttamente l’intervento.

L’esame clinico o esame obiettivo, che rappresenta quello che comunemente definiamo “visita” valuterà con l’ispezione diretta del cavo orale del paziente le seguenti condizioni:

la presenza o meno del terzo molare nel cavo orale che può essere completamente visibile, appena percepibile in trasparenza al di sotto dei tessuti molli gengivali o infine completamente nascosto in profondità;

il suo eventuale stato di eruzione, l’apparente traiettoria di eruzione, la presenza di infiammazione o infezione dei tessuti molli contigui al dente;

la presenza di lesioni cariose a carico del terzo molare stesso e la presenza di lesioni cariose  o problematiche parodontali che interessino il secondo molare adiacente; è inoltre importante vedere se il secondo molare  presenta ricostruzioni conservative o protesiche o dispositivi di ritenzione ortodontica in quanto essi potrebbero essere di ostacolo oppure essere danneggiati durate l‘intervento;

la presenza di condizioni che limitano l’accesso al campo operatorio quali ad esempio il trisma dovuto alla situazione transitoria di infiammazione locale oppure la presenza di eventuali disfunzioni neuromuscolari o dell’articolazione temporomandibolare, o semplicemente  di condizioni anatomiche non favorevoli, quali un cavo orale di ridotte dimensioni, un ipertono muscolare di labbra, guance o lingua, una malposizione del secondo molare adiacente che limiti l’accesso o la visibilità del terzo molare da estrarre.

La visita chirurgica infine si avvale, ovviamente, delle immagini radiografiche del terzo molare da estrarre per la pianificazione vera e propria dell’intervento.

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